Due giorni prima.

“Tu sei una persona molto strana, Emil Blonsky” dice Alexei Vazhin “Sei stato una spia al servizio di questa nazione per molti anni, non hai mai messo in discussione gli ordini dei tuoi superiori. Fino a quando ti è stato ordinato di infiltrarti in una base americana. E lì sei cambiato, hai assorbito una incredibile dose di raggi gamma e sei diventato un essere straordinario”.
Blonsky sorride. “Penso che sia la prima volta che qualcuno mi definisce in questo modo. La prima volta non furono così pieni di complimenti”.
“Ti chiamarono ‘Abominio’. E tu adottasti questo nome in codice, con fierezza. Disertasti e venisti bollato come traditore. Abbandonasti tua moglie e la tua famiglia. Perché?”.
“Conosci già la risposta, Vazhin. La trasformazione all’inizio aveva modificato non solo il mio aspetto fisico, aveva fatto qualcosa anche alla mia mente. Andiamo, quale persona sana di mente se ne andrebbe in giro vantandosi di chiamarsi… Abominio? Certo, non che lo gridassi ad alta voce i primi anni, ma di certo non mi sono mai preoccupato di adottare un altro nome in codice”.
“E sei stato molto in giro, secondo il mio dossier sei anche stato a lungo nello spazio. E hai guidato una comunità di sotterranei di Manhattan. Poi… poi che è successo ancora? Questo non è nel dossier ed è una risposta che ancora mi sfugge”.
“E perché vuoi questa risposta?”.
“Perché da questa potrebbe dipendere il tuo futuro. E le tue azioni in queste ultime settimane mi dicono che ora di esso te ne importa qualcosa”.
Emil Blonsky rimane in silenzio per svariati secondi, come a soppesare i pro e i contro di questi presunti benefici cui Vazhin ha in maniera implicita accennato. E del resto questo è un peso sulla coscienza che si porta dietro da troppo tempo.
“Cosa è successo?” risponde infine “È successo che alla fine sono rinsavito. E mi sono accorto di quello che avevo fatto. Vedi, quando ero una spia ho ucciso alcune persone, sia uomini che donne: mi era stato ordinato di farlo e ho eseguito quegli ordini. Ancora prima ero un soldato e, durante una campagna militare in Afghanistan, ho ucciso dei talebani. Ma erano persone malvagie e non lo rimpiango. Poi sono diventato Abominio. Non ho ucciso più nessuno per molto tempo… riesci a immaginarlo? Un potere di quella grandezza, superiore a Hulk, e mai nessuna vittima. Però una persona volevo ucciderla, con tutto me stesso: Bruce Banner. Ci provai decine di volte e non ci riuscii mai. E allora feci quello che nessuno dovrebbe fare”.
Blonsky si interrompe. “Cosa?” lo esorta a continuare Vazhin.
“Ho ammazzato una persona innocente. E quello che è peggio, l’ho fatto per una motivazione stupida, egoistica. Ho ucciso la moglie di Banner… perché lo invidiavo. Eravamo entrambi mostri, ma lui aveva una compagna che lo capiva e gli stava accanto, mentre io non avevo più nessuno. E così, con premeditazione, l’ho uccisa. All’inizio non ho provato rimorso, poi è successo qualcosa… quando ho affrontato Vanguard qualche settimana fa sono stato inglobato in una strana materia oscura. Non so quanto tempo vi sono rimasto dentro, sinceramente penso di essere rimasto privo di coscienza per tutto il tempo. Quando ho alla fine riaperto gli occhi, ero in un luogo deserto. L’Arizona. E il peso di ciò che avevo fatto mi ha travolto, in maniera tremenda, come se quella materia oscura avesse curato la mia follia. Penso di essere rimasto lì, immobile, per quattro giorni. Poi mi sono finto quello che non ero mentre dentro di me coltivavo un profondo… desiderio di morte. Volevo suicidarmi, ma non ne avevo il coraggio. Ho provocato Hulk perché si prendesse la mia vita, ma quello sciocco… per ben due volte… ha deciso di risparmiarmi. E così ora eccomi qui, alla fine avete deciso di punirmi per quel mio tradimento di tanti anni fa”.
“Sono stato io a volere la tua estradizione” dice Vazhin “Voglio offrirti un lavoro”.
“Penso di non essere più tagliato per fare la spia” ironizza Abominio.
“Voglio che ti aggreghi alla Guardia d’Inverno, ma non in prima linea” continua Vazhin “Devi stare dietro le quinte e intervenire solo in caso di grave pericolo. Proprio adesso stanno per partire per una missione”.
“Per me è un incarico come un altro per passare il tempo, per non pensare ai miei fallimenti” dice Blonsky “Mi hai fatto ben capire i vantaggi… però io ti conosco, Vazhin… tu cosa ne ricavi?”.
“Tutti gli altri eroi russi ci stanno abbandonando o sono in ritiro” afferma l’agente governativo “Tu sei il mio nuovo asso nella manica… anche Hulk, se ricordi, ha militato più di una volta nei Vendicatori. Ma noi dobbiamo dimostrare di essere migliori di loro: questo paese sta andando in malora e la gente ha bisogno di nuovi eroi e nuovi ideali da seguire”.
“Accetto” annuisce Abominio “Ma tu non mi incanti, Vazhin. Tu non sei un idealista, solo un opportunista. Hai sempre un secondo fine”.
Vazhin si allontana. “Gioca bene le tue carte, Blonsky” conclude “E un giorno potrai riabbracciare la tua famiglia”.
“Sono un mostro”.
“Ripeto: potrai riabbracciare i tuoi cari”.
“Cosa vuole dire questo? Cosa? Vazhin, torna qui!”.

LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE - PARTE 2
di FABIO VOLINO
Editor: GIUSEPPE FELICI

 

Siberia Occidentale. 25 ottobre.

Abominio si pone di fronte alle due fazioni contendenti, gettando lo scompiglio e causando un gelido silenzio… che viene subito interrotto.
“Di nuovo lui!” esclama Vanguard attaccandolo “Devi smetterla di perseguitarmi!”.
Emil Blonsky lo caccia via con una manata, cercando di limitare al mimino la sua forza. “Non c’è l’ho più con te”.
Stella Nera reagisce, protendendo spire nere che avvolgono il collo di Abominio.
“Oh tu, ti devo ringraziare” afferma Blonsky “Secondo Vazhin sei tu che hai cambiato la mia vita, anche se non te ne sei resa conto”.
“Di cosa stai vaneggiando?” chiede il Guardiano Rosso.
“Insomma, non lo avete ancora capito? Io sono dalla vostra parte!”.

Laboratorio sotterraneo del Cremlino.

Katrina Bulikova nota la presenza di Vladimir Orekhov. Un altro cassetto della sua memoria si apre… ricorda di averlo incontrato qualche tempo fa. Ricorda che era un nemico. La sua mano nera si modifica fino a diventare una morsa, che afferra lo scienziato e inizia a stringere, causando un suo urlo di dolore.
“Fermati subito!” esclama Menikov con tono per nulla preoccupato.
Katrina lo osserva. “Ma chi sei tu? Cosa vuoi?”.
“Voglio farti una sola domanda, maggiore. Una sola. Qual è il tuo ultimo ricordo?”.
Queste parole è come se sbloccassero qualcosa nella donna, se ancora donna la si può definire. Abbandona la presa su Orekhov e rimane in silenzio per alcuni secondi. Infine:“Io… ricordo di essere morta”.

Siberia Occidentale.

Gremlin rompe gli indugi. “Attaccateli, tutti quanti!”.
Tuttavia i due Red e l’Unicorno concentrano subito i loro attacchi su Abominio, avendo percepito che è lui il più potente e temibile. Tigre Siberiana, invece, con una velocità inattesa, si lancia contro il Guardiano Rosso e con una artigliata lo ferisce di striscio al fianco destro, poi dirige la sua attenzione su Ursa Major.
Riverso a terra, mentre la neve si colora del rosso del suo sangue, l’eroe russo pondera la situazione. Per lui è tutto molto chiaro. Gli ci vogliono due secondi per prendere una decisione.
“Tipo verde… come diavolo ti chiami…”.
Stella Nera e Vanguard si lanciano uno sguardo: come è possibile che non sappia chi sia Abominio?
“Blonsky”.
“Blonsky, lascia perdere i tuoi avversari e dirigiti verso quella montagna: è lì che Gremlin tiene prigioniera Elena Ivanova, la persona che siamo stati incaricati di ritrovare”.
Il criminale rimane di sasso. “Ma come…”.
“Sarai anche uno degli uomini più intelligenti del pianeta, ma ti assicuro che non sei in grado di mascherare un quartier generale”.
Gremlin scappa via prima ancora che l’eroe concluda questa frase.
Il Guardiano Rosso si rialza e attacca i due supersoldati. “Vai, Blonsky. Ritrova quella donna e poi… spacca!”.
“Tu non hai la minima idea di chi io sia, vero?” chiede Abominio compiendo un balzo.

Laboratorio sotterraneo del Cremlino.

“La prego, maggiore, continui” esorta Menikov “Sono molto interessato alla sua storia. Non si preoccupi se qualche particolare potrà risultare strano, ho sentito molte cose su di lei in queste ultime settimane”.
Katrina Bulikova osserva quest’uomo dal tono assolutamente calmo, poi per un istante il suo sguardo si rivolge a Orekhov, che però ha perso i sensi. “Io sono morta… ero in una strana dimensione, tutta nera eppure vedevo chiaramente le forme dei miei compagni di squadra e di quello strano essere che ci teneva prigionieri. Diceva di chiamarsi Dormammu, o qualcosa del genere… non ero nel pieno delle mie forze. Poi lui mi ha uccisa. Eppure sentii chiaramente nello stesso momento, non so come spiegarlo, sentii di rinascere. E sentii uno strano potere crescere dentro di me, il potere di quella materia nera di cui ero stata prigioniera”.
“Lo stesso potere che possiede anche Laynia Petrovna, Stella Nera. La Forza Oscura”.
“Sì, ma lei è morta”.
“Maggiore, cosa ricorda dopo?”.
“Che sono entrata a far parte della Guardia d’Inverno, ho affrontato un esercito di supersoldati e in quella occasione è emerso pienamente il mio potere della Forza Oscura. Poi… Poi… ricordo che volevo andare a parlare con Fantasma, ma non capisco perché volessi farlo. Il mio ricordo successivo è che mi ritrovo qui”.
“Affascinante” commenta Menikov “Come supponevo, quella reliquia del passato di nome Vostok si è sbagliato. Mi ascolti bene, maggiore, le rivelerò qualcosa che è noto solo a cinque persone in tutto il mondo. Quell’essere fiammeggiante che l’aveva uccisa l’ha resa una sua pedina controllandola mentalmente e misticamente, poi ha usato il suo corpo per emergere nella nostra realtà. Abbiamo rischiato l’armageddon. E sa cos’hanno fatto i suoi ex compagni di squadra? Senza pensarci due volte, l’hanno uccisa. Anzi, meglio essere più precisi: è stata Laynia Petrovna ad eliminarla. Era chiaramente gelosa del fatto che lei avesse usurpato la sua identità. Nessun funerale di stato, l’accusa di traditrice come è successo a… sì, maggiore, conosco quel particolare del passato della sua famiglia. Tutto questo non è giusto. Affatto”.
“Ma perché non sono morta?”.
“Quanto segue è una mia teoria, ma quando è stata imprigionata nella Forza Oscura lei è diventata un essere di pura energia. Gli ultimi test condotti su di lei, che nessuno dei suoi ex compagni di squadra si è premurato di esaminare, paiono confermare il tutto. E come è ben noto l’energia non può essere distrutta”.
Katrina Bulikova ripete le sue domande di poco fa:”Lei chi è e cosa vuole?”.
“Mi chiamo Vladimir Menikov e voglio un cambiamento. Voglio volti nuovi e idee nuove. Voglio una nuova Guardia d’Inverno. E voglio che lei, maggiore, mi aiuti a formarla”.

Siberia Occidentale.

Gremlin si rivela incredibilmente veloce, tanto che Abominio non riesce ad afferrarlo. Ma quando costui, tramite un dispositivo, apre una parete della montagna che introduce al suo rifugio segreto, Emil Blonsky ne approfitta subito e si intrufola. Sa che ha solo pochi secondi per agire. Davanti a lui ci sono macchinari fantascientifici e schermi visori. Abominio prende uno di questi aggeggi e lo piazza davanti alla parete prima che essa si richiuda: il macchinario è molto resistente e non viene schiacciato dalla pressione. Così anche i componenti della Guardia d’Inverno avranno facile accesso.
Tuttavia i pochi secondi necessari per questa manovra si rivelano fatali per Emil Blonsky. Come si volta, vede una donna, legata ad una sedia e col volto spiritato. Blonsky la riconosce, ha visto il suo file prima di partire per la missione: si tratta di Elena Ivanova, il loro obiettivo. Lei però non è entusiasta di vederlo, Gremlin le ha insegnato a diffidare di tutti a parte lui e i suoi insoliti alleati.
La vita non è stata gentile con questa donna: sua madre è stata uccisa da Sabretooth e lei non l’ha mai conosciuta. Suo padre è partito per una missione nello spazio e lei è rimasta praticamente orfana. Il governo russo l’ha sottoposta a esperimenti che hanno fatto emergere una prima volta i suoi latenti poteri ESP, con l’effetto collaterale di rallentare anche lievemente il suo processo di invecchiamento. Così è fuggita, e la sua mente ha operato un taglio su quei dolorosi ricordi. Trasferitasi negli Stati Uniti, vi ha trovato la prima persona che tenesse a lei: si chiamava David North e anche lui era in fuga dai ricordi del suo passato. Ma non è durata molto. Quando è scomparsa, Maverick l’ha cercata a lungo insieme al suo redivivo padre, ma entrambi alla fine hanno dovuto rinunciare non sapendo quanto fossero arrivati vicini a ritrovarla.
Gremlin l’ha catturata, prima tentandola con parole di rivoluzione, contro quella patria che si era presa gioco di lei e di suo padre, poi asservendola al suo volere quando i primi accenni di ribellione e protesta da parte sua hanno fatto capolino. Una mente potente, seconda solo a Charles Xavier e al Re Delle Ombre, in un corpo che ha subito troppe tragedie. Povero Emil Blonsly.
Una tremenda ondata di potere psichico lo investe, facendolo accasciare al suolo. Abominio fa tutto ciò che è in suo potere per non urlare, ma presto cederà.

All’esterno.

La battaglia tra Tigre Siberiana e Ursa Major è quella tra un uomo che ha perso del tutto la sua umanità ed un altro che è molto vicino a perderla. Non solo mugolii di rabbia quelli che i due si scambiano, ma ringhi animaleschi. Tuttavia qualcuno vuole ancora preservare ciò che resta integro di Mikhail Ursus.
“Ci penso io!” esclama Stella Nera.
Materia oscura esce dalle sue mani e penetra nei pori e nelle narici di Tigre Siberiana. L’ex loro compagno di squadra smette improvvisamente di lottare e crolla a terra, mentre i suoi occhi si colorano di nero. Poi si rialza e rimane immobile.
“Ora è in mio potere” commenta Laynia.
“Cosa?” esclama Ursa Major “Ma da quando hai sviluppato questa capacità?”.
“L’ho sempre avuta” è la risposta di Stella Nera “Tigre Siberiana, attacca i due Red!”.
Lui esegue senza esitare.
L’Unicorno decide di concentrare i suoi sforzi su quello che ritiene essere il componente più debole del gruppo. Il Guardiano Rosso. Senza poteri, ferito, quale minaccia può rappresentare? Gravissimo errore.
Il raggio di energia che fuoriesce dalla fronte del criminale viene scagliato contro l’eroe russo, ma lui con un balzo lo evita. Sembra di assistere ad una danza. Con pochi balzi, il Guardiano Rosso si ritrova davanti all’Unicorno e usando il suo scudo per parare il raggio lo preme con violenza contro il suo avversario. Impreparato di fronte alla violenza di questo attacco, il criminale interrompe l’emissione del suo raggio prima che lo accechi e permette che il Guardiano Rosso lo spinga all’indietro fino a farlo sbattere contro una parete montagnosa. Sangue esce dalla sua bocca.
“Sono sicuro di averti rotto con questa manovra almeno un paio di costole” dice il Guardiano Rosso “Tuttavia...”.
L’eroe sferra due pugni al volto dell’Unicorno, poi abbandona la presa, sferra un altro pugno allo stomaco, infine un calcio alla zona inguinale.
“… quelli come te non meritano alcuna pietà”.
Alpha e Zeta Red incalzano coi loro attacchi Vanguard, che è in netta difficoltà. Ma in suo aiuto arriva con sua grande sorpresa Tigre Siberiana. Intanto il Guardiano Rosso con un po’ di neve lenisce la ferita al fianco e con un pezzo del suo costume si crea una fasciatura alla bell’è meglio. Poi attacca da dietro Alpha Red, centrandolo con un calcio alla schiena.
Tuttavia la situazione è ancora in stallo, ma è destinata a cambiare presto. I due supersoldati vengono intrappolati dalle spire di Forza Oscura di Stella Nera, poi Ursa Major li afferra e prima che possano reagire fa sbattere con violenza le loro teste due volte di seguito, prima di scaraventarli con violenza a terra. Non soddisfatta, Stella Nera crea un costrutto a forza di incudine e lo cala contro i due alleati di Gremlin. Anche per loro la battaglia è finita.
“Ne manca uno solo!” esclama il Guardiano Rosso, che fa di tutto per apparire ancora nel pieno delle forze “Vanguard, chiama i rinforzi. Voialtri, muoviamoci!”.

Base di Gremlin.

Il dolore per Abominio è lancinante, improvvisamente però si ferma.
“Maledetta donna!” esclama Gremlin “Ancora riesci a ribellarti alla mia volontà?”.
Emil Blonsky è grato di questo attimo di respiro, tuttavia non sa quanto potrà durare e il dolore non è certo sparito, peggio che se avesse fatto 100 round di seguito con Hulk. Non si rialzerà in piedi tanto presto.
“Non importa” continua Gremlin “Non sono arrivato fino a questo punto per vedere rovinati i miei piani da un elemento imprevisto. Non esiste l’imprevisto, quando si tratta della mia mente!”.
Abominio vede che Gremlin sta rivolgendo qualcosa contro di lui: vorrebbe scansarsi, ma proprio non ci riesce. All’improvviso un raggio verde lo avvolge e prova una sensazione che aveva sperimentato finora solo una volta. Quella volta che perse del tutto la sua umanità e divenne un mostro. Il suo corpo cambia, sente che sta diventando più piccolo, meno forte.
Alla fine Emil Blonsky nota le sue mani: carne. Il suo petto: carne. Le sue gambe: carne. Non c’è uno specchio nelle vicinanze, ma è abbastanza sicuro che se ce ne fosse uno rivedrebbe un volto che non ritrovava da più di dieci anni. Il suo.
Il premio finale di Alexei Vazhin a Emil Blonsky è stato assegnato, anche se più in anticipo del previsto.

Note: Sinceramente non riesco a ricordare, dieci anni dopo, le ragioni e gli antefatti che spinsero me e Carlo Monni a dare vita ad una lunga saga su The Others dedicata alla Guardia d'Inverno. Perdonate la mia memoria alla Stan Lee. Tuttavia c'era questa bella serie dedicata agli eroi non statunitensi... sfruttiamola, no?
Ricordo invece ancora bene il nostro metodo di lavoro. Io fornivo a Carlo soggetti dettagliati, veramente molto dettagliati (ricordo anche che inserivo parti di dialoghi) e lui si occupava di tramutare le mie idee in parole scritte. Non pensiate però che Carlo fosse un mero esecutore di idee altrui, anzi, nei numeri scritti insieme c'è molto di suo e certe volte i personaggi hanno parlato più con la sua voce che con la mia (provate a confrontare ad esempio i miei dialoghi di Stella Nera e Vanguard con quelli dei numeri di The Others dal 10 in poi... e attenzione, io ritengo questo un valore aggiunto). Nel prosieguo vedrò di chiarire meglio questo aspetto... molto spesso le Note sono dedicate a dire chi è quel personaggio o cosa ha fatto, sì ok va benissimo, ma penso che sia più interessante sapere anche cosa ha portatto alla nascita di quelle storie. Megalomania da parte mia? Assolutamente.
Noi non siamo sceneggiatori professionisti e, anche se nessuno dei miei colleghi ve lo confesserà mai nemmeno sotto tortura, non conosciamo il medium fumetto fino al punto da arrivare a poter sceneggiare davvero. Chi coltivava questo sogno, giustamente ha abbandonato MarvelIT per perseguirlo... che ci sia riuscito o meno, è un altro conto. Certo, c'è poi chi pensa che spie della Marvel si leggano le nostre storie e le suggeriscano al Fraction di turno... cosa che chiaramente non è, ma dopotutto che male c'è a sognare? Tutto questo per dire che nel 2003, con la parola professionismo che era agli antipodi della mia personalità, avevo già concepito per intero come sarebbe dovuta iniziare la saga della Guardia d'Inverno, come avrebbe dovuto proseguire e come si sarebbe dovuta concludere.
Tuttavia il grande sceneggiatore dei nostri destini aveva deciso che le cose si sarebbero svolte in maniera diversa. Vedremo come la prossima volta.
Chiudiamo con le inutili note di continuity: come vedete, qui Abominio agisce in maniera un po' diversa dal solito. Non sperate che vi parli del suo periodo nello spazio o dei sotterranei di Manhattan, ma se recuperate la serie Hulk dal numero 8 in poi il quadro vi sarà più chiaro.

Inevitabilmente... CONTINUA